LA PROVINCIA PEDAGOGICA

Un viandante arruolato nella Provincia Pedagogica… tra i rinuncianti

Mese: aprile, 2013

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Schermata 04-2456397 alle 17.05.50

Mi sono visto andare,
come l’acqua che scende,
come un’antica domanda,
in uno dei tanti luoghi in cui si incontra la rosa,
eterno paradosso,
senso delle cose e del nostro scrutare.

Cattura e guida la rosa scandalosa.
Parlava una lingua sconosciuta
e tu avevi l’anima candida come la neve.

Fragile, nella sua spoglia sensibile;
mistero in sé molteplice,
ha radici nella terra della bellezza
ed effimero è il suo fiorire eterno.

Pensiero ineffabile,
gioco ambiguo di un’inestricabile triade.

” Che ne è della catena di ragioni, cause e condizioni
da cui il fiorire della rosa?
E cosa di quel senso che un emblema ci dona? “

L’invisibile volto premuto sul guanciale,
come la testa di un devoto accoccolato e salmodiante,
vidi pupille traslucere
tra palpebre abbrunate,
a testimonianza del tuo sonno desto
e le tue ciglia, come fronde,
che
in un’aura dolce, senza mutamento,
si piegano pronte al vento.

” Fiorisce poiché fiorisce. — rispondesti — E non c’è un perché “

Un piccolo sorriso indulgente,
come la trama di un sogno intessuto di luce,
quelle parole portavano in grembo
il dono di un fondamento e,
all’improvviso compresi, anzi fu in me,
che a te, come alla rosa:
” di sé non gliene cale,
non chiede di esser vista. “

Notte

Dove la visione conduce l’artista
o dove il sonno fa trasmigrare le anime:
a ciascuno il proprio abisso superiore.

” Io conosco il mio e la sofferenza del ritorno —
disse come sollevato da ali di chimera —
Conosco i veli che si lacerano
e il mostrarsi nudo;
la confidenza ardente e terribile,
della quale lo spirito non riporta quaggiù che brandelli.
So di ciò che è celato nei colori e nei suoni
e la sapienza innocente dei bambini.
Vidi colui che arrivò dall’oriente,
vestito di porpora,
incontro a lei e al suo abito color del giacinto.
Corsero l’uno verso l’altra come due soffi di vento
e si confusero insieme. “

I ricordi, come astri erranti, popolarono il suo sguardo.

” Nella vita, a volte,
si giunge meditando grandi disegni,
sacrificandone poi la grandezza alla parvenza.
Ma anelli congiungono universi,
canti celesti fondono le emozioni dei colori e dei profumi.
Alla memoria fanno dono di dettagli,
come un canto terreno
chiama i più minuti ricordi di un amore “:

Luna della notte,
che guardi accorrere gli angeli in uno stesso volo,
tutti uguali eppur diversi,
semplici come la rosa dei campi.
Guardali muoversi piano al pianto degli esiliati,
o a leggiadre lacrime raccolte e conservate
come perle orientali.
Guardali accorrere là,
dove si sta celebrando la festa
e dove i capelli emanano onde di luce ad ogni movenza;
salire in cerchio insieme agli amanti,
ricevendo sempre un nuovo dono e legami invisibili.
E guardali ora,
approdati ad un punto per il quale non esiste un nome.

Non una sola voce del coro taceva.

” Tu sarai tutto il mio amore, tutta la mia forza. ”
” Con te soltanto. ” rispose l’uomo

E andarono insieme,
così come si raccolgono le nubi.